08/02/15
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Strani segni dall'Età del Bronzo. Il mistero delle tavolette enigmatiche
Codice sconosciuto fu inciso per secoli su reperti diffusi in mezza Europa Un progetto internazionale a guida italiana sta cercando di decifrarlo

Forse erano assegni o cambiali usati in trattative commerciali. O forse talismani
Dal Museo dell'Alto Mantovano l'idea di unire le conoscenze per dare una risposta

di ANDREA BETTINI

MANTOVA - Quattromila anni fa, in piena Età del Bronzo, le popolazioni dell'Italia centro-settentrionale e quelle di una vasta area dell'Europa centro-orientale avevano un codice in comune. Era impresso su dei manufatti in terracotta o in pietra grandi più o meno come un telefono cellulare. Ne sono stati ritrovati circa 300 ma il loro significato e la loro funzione sono ancora sconosciuti, tanto da renderli noti tra gli studiosi come "tavolette enigmatiche". Per far luce su questo mistero dell'antichità è partito un progetto internazionale a guida italiana, che utilizzerà tecnologie modernissime ed anche internet.

"Assegni" o "cambiali" utilizzati nei commerci preistorici, talismani, elementi inseriti in qualche sistema di registrazione, oggetti dal significato rituale. Sono molte le ipotesi sulla funzione di queste tavolette ricoperte di segni di vario genere, come righe, cerchi, punti o croci. Quel che è certo è che erano usate come supporto non deperibile per conservare informazioni e che erano conosciute in comunità lontane e assai diverse, dedite anche all'agricoltura ed unite da frequenti contatti e scambi.

Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, ma soprattutto Italia settentrionale. Le tavolette enigmatiche, dette anche "Brotlaibidole" (in tedesco "idoli a forma di pagnotta"), sono state trovate in un'area molto ampia, ma in gran numero nella zona a sud del lago di Garda. Proprio da qui, dal Museo dell'Alto Mantovano di Cavriana (Mn), è nata l'idea di unire per la prima volta i migliori archeologi europei che le hanno studiate e di adottare un approccio interdisciplinare. "In passato ci sono state diverse pubblicazioni, ma sono mancate le occasioni di confronto", dice il direttore Adalberto Piccoli, 69 anni, che si occupa delle tavolette dal 1976. "Al progetto, che è entrato nella fase operativa da un paio di mesi, stanno collaborando anche l'istituto di Linguistica, Letteratura e Scienze della comunicazione dell'università di Verona ed il dipartimento di Optoelettronica dell'università di Brescia. Quest'ultimo farà scansioni
tridimensionali dei reperti per verificare le tecniche di lavorazione ed eventuali reiterazioni dei segni".

Per svelare il significato delle misteriose "Brotlaibidole", sarà importante anche creare un catalogo che riporti tutti gli esemplari conosciuti e che sia facilmente accessibile. Per questo alla fine di giugno è stato inaugurato il sito internet www. tavoletteenigmatiche. it, sul quale saranno inseriti tutti i dati disponibili. Non solo: le pagine web saranno anche utilizzate per raccogliere segnalazioni. "Domenica scorsa è stata trovata una nuova tavoletta in Slovacchia - continua Adalberto Piccoli, che durante i suoi scavi ne ha recuperate sette - Il sito ci permetterà di aggiornare continuamente il catalogo. Inoltre ci sono sicuramente dei privati che ne possiedono: c'è la possibilità di compilare una scheda di segnalazione, anche in forma anonima".

I primi punti di arrivo del progetto saranno una mostra ed un convegno internazionale, che si terranno a Cavriana nella primavera del 2010. Sarà forse ancora presto per riuscire a comprendere a pieno questa forma di pre-scrittura, ma è probabile che per allora si sia scoperto qualcosa in più sulla funzione delle tavolette enigmatiche. Oggetti diffusi per secoli, tra il 2100 e il 1400 a. C., e poi scomparsi nell'Età del Bronzo Recente, probabilmente non a caso: in quel periodo si intensificarono i contatti con il Mediterraneo orientale e l'incontro con il sistema di segni codificato e consolidato della civiltà micenea potrebbe aver condannato all'oblio il misterioso codice impresso sulle "Brotlaibidole".


(15 luglio 2008)

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/tavolette-enigmatiche/tavolette-enigmatiche/tavolette-enigmatiche.html

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Mantova Ritrovate nella zona del Garda. Ipotesi a confronto online
L' enigma delle tavolette Dalla preistoria al web
Un sito per decifrare il codice inciso nelle antiche pietre. Il direttore del Museo archeologico dell' Alto Mantovano lancia il sito www.tavoletteenigmatiche.it per risolvere il casoLa funzione *** Forse servivano per agevolare gli scambi di merci, forse erano degli essereoggetti rituali

MANTOVA - Sono grandi, più o meno, come un telefonino cellulare. E, a quanto pare, le usavano per lo stesso motivo: comunicare. Cosa, però, non è dato saperlo. Sennò, mica le avrebbero chiamate «tavolette enigmatiche». Adesso, per cercare una soluzione al preistorico enigma, hanno deciso di far ricorso al più moderno degli strumenti: internet. Da oggi, al sito www.tavoletteenigmatiche.it, si potrà sapere tutto sulle tavolette del mistero. Ma, soprattutto, gli studiosi avranno un angolo di cyberspazio nel quale scambiarsi dati, ipotesi, fotografie e quant' altro per far luce sugli ermetici oggetti arrivati dall' Età del bronzo (2100-1400 avanti Cristo). L' idea è venuta ad Adalberto Piccoli, 69 anni, direttore del Museo archeologico dell' Alto Mantovano di Cavriana, che ha trovato l' appoggio convinto di università ed enti vari. «È dal 1976 che studio queste tavolette - spiega l' archeologo -. In tutta Europa saremo una quindicina di studiosi
ad occuparci della materia. Grazie al sito, che coinvolge esperti di nove nazioni, sarà più facile scambiarci dati e opinioni». Una delle cose che si potranno fare via internet, ad esempio, sarà confrontare scansioni elettroniche dei misteriosi segni sulle tavolette, per capire se siano stati impressi con gli stessi punzoni, ricostruendo così il «tragitto» degli oggetti misteriosi. Cosa, che peraltro, nel museo mantovano si è già cominciato a fare: nella teca che custodisce le preziose tavolette, tanti spilli colorati su una cartina indicano le zone d' Italia (in gran parte nella zona a sud del lago di Garda, tra Mantovano, Bresciano e Veronese) in cui sono state ritrovate. «In tutto sono state ritrovate circa trecento tavolette - spiegano al museo - in gran parte nell' area benacense, ma anche attorno a Firenze e nell' Europa danubiano-carpatica». Quelle righe e quei cerchi impressi in pietre e terrecotte, devono essere un codice di
comunicazione o di interazione fra culture diverse. Ma a che scopo? «A mio parere - spiega Piccoli - forse servivano per facilitare lo scambio di merci. Ma, mentre per le tavolette assire è facile intuire che una spiga stilizzata indicava il grano, decifrare questi simboli è molto più complicato». Le tavolette potrebbero essere una sorta di fattura, o una specie di assegno o cambiale. Non mancano però ipotesi alternative: chi parla di un sistema di registrazione, tipo «anagrafe» ante-litteram. Chi di oggetti rituali, come suggerirebbe il nome tedesco con cui furono all' inizio designate: Brotlaibidole, «Idoli a forma di pagnotta». La soluzione, forse, arriverà nel convegno internazionale che si terrà, proprio a Cavriana, nella primavera del 2010. Nel frattempo, tavolettologi di tutto il mondo, cliccate. Luca Angelini La scheda *** Le tavolette enigmatiche sono reperti in pietra o terracotta dell' Età del bronzo, con misteriosi simboli
incisi

Angelini Luca


Pagina 12
(28 giugno 2008) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/28/enigma_delle_tavolette_Dalla_preistoria_co_7_080628018.shtml


Altro ancora..............qui

http://www.tavoletteenigmatiche.it/






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